Io vi sono, quanto è mio debito, gratissimo non solo delle medesime, ma di quelle altresì nelle quali avete data occasione di prorompere a mia confusione all'adorabile nostra signora principessa di Belmonte, la quale ha saputo trovarne di tali che mi han fatto divenir muto. Quanto di più eccessivo io possa immaginare per contraccambiarle a proporzione, tutto è sempre d'infinito spazio inferiore all'obbligo di cui mi trovo aggravato: onde il meno ingrato partito, ch'ella mi ha lasciato da poter prendere in tanta mortificazione, è quello solo di continuare (siccome faccio) a venerarla, e tacere.
Oh! di quante care e ridenti idee, amatissimo mio signor don Saverio, mi avete svegliata la viva reminiscenza, facendomi riandar col pensiero il felice tempo che fra la puerizia e l'adolescenza ho nella Magna Grecia non meno utilmente che lietamente passato. Ho riveduti come presenti tutti quegli oggetti che tanto colà allora mi dilettarono. Ho abitata di bel nuovo la cameretta dove il prossimo fiotto marino lusingò per molti mesi soavemente i miei sonni: ho scorse in barca con la fantasia le spiagge vicine alla Scalea: mi son tornati in mente i nomi e gli aspetti di Cirella, di Belvedere, del Cetraro e di Paola: ho sentita di nuovo la venerata voce dell'insigne filosofo Gregorio Caloprese, che adattandosi per istruirmi alla mia debole età, mi conducea quasi per mano fra i vortici dell'allora regnante ingegnoso Renato, di cui era egli acerrimo assertore, ed allettava la fanciullesca mia curiosità or dimostrandomi con la cera quasi per giuoco come si formino fra i globetti le particelle striate, or trattenendomi in ammirazione con le incantatrici esperienze della diottrica.
| |
Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
|
|
Belmonte Saverio Magna Grecia Scalea Cirella Belvedere Cetraro Paola Gregorio Caloprese Renato
|