Parmi ancora di rivederlo affannato a persuadermi che un suo cagnolino non fosse che un orologio, e che la trina dimensione sia definizione sufficiente de' corpi solidi: e lo veggo ancor ridere quando, dopo avermi per lungo tempo tenuto immerso in una tetra meditazione facendomi dubitar d'ogni cosa, s'accorse ch'io respirai a quel suo Ego cogito, ergo sum: argomento invincibile d'una certezza ch'io disperava di mai pių ritrovare.
Ma voi avete stuzzicato il vespaio, onde io mi trovo intorno non minor folla di rimembranze, che vorrebbero essere a voi comunicate di quella delle cure letterarie e forensi, che vi avranno costė assaltato dopo il vostro ritorno: onde io per non usurpare il luogo a queste molto pių utili e necessarie, mi congratulo di nuovo con esso voi, teneramente vi abbraccio, e vi lascio in pace.
1490
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 7 Aprile 1766.
Vi siete ben vendicato nella vostra del 22 del caduto dell'ironico rimprovero che vi ho fatto nelle mie antecedenti della vostra negligenza nel darmi contezza delle osservabili vicende de' miei amici di Roma. La morte d'un cosė antico e familiare amico come era il povero Morei, quella del mio parzialissimo Clementi, e la conclusione della strepitosa causa del signor Lepri col quale voi non ignorate ch'io non sono indifferente, meritavano d'essermi annunciate da voi prima che dalla gazzetta. Ma non crediate per questo ch'io mi compiaccia d'un foglietto. Mi sarebbe noiosissimo ed insopportabile, siccome mi rincresce al sommo che in questa ultima vostra, per supplire alle omissioni passate, vi siate beccato il cervello facendomi la cronaca delle vostre conoscenze fin dal tempo che andavamo, come si suol dire, in brachette.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Roma Morei Clementi Lepri
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