Onde non so dove cercarlo, e temo ch'egli mi prenda per un Titiro o un Melibeo. Ma farò il possibile per rinvenirlo.
Lessi già tempo fa e molte volte rilessi i teneri sonetti da lei incomparabilmente nella sua irreparabile perdita imaginati ed espressi. Mi commossero oltre ogni credenza, e conobbi tutta l'eccellenza in essi, non meno che la passione dello scrittore. Lessi poi le stanze epitalamiche, che trovai piene di poesia, d'erudizione e di franchezza. Per mezzo del giovane signor visconte Torres gliene feci render le dovute vivissime grazie a riguardo della bella abitazione che a spese proprie ella mi ha fabbricata fra le stelle: della quale per altro, non ostante la liberalità del generoso e parzial donatore, io non mi credo legittimo possessore. Or finalmente ho letti i quattro sonetti, composti sull'elezione e rinunzia del degnissimo signor suo fratello: ne' quali egregiamente comparisce non meno il distinto merito di lui che il bel cuore e l'invidiabile talento di chi gli ha scritti. Mi dimenticava la storia de' quattro desertori, che ha V. S. illustrissima mirabilmente spiegata e ristretta in un sonetto, mostrando in essa a qual segno possa ella fidarsi dell'ubbidienza delle Muse.
Di tutto ciò ho fatto parte ai pochi amici che qui sono atti a goderne, ed ho avuto il contento di non trovare alcuno discorde dal parer mio nell'assegnarle sublime ed onorato luogo sulle più elevate cime del Parnaso italiano.
Monsignor Perlas, le signore contesse e fraila Figuerola, e specialmente poi il signor conte di Canale, le rendono i dovuti contraccambi della sua obbligante memoria; ed io pieno di stima, di riconoscenza e di rispetto sinceramente mi confermo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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