Ben maggiori son quelle ch'io rendo a lei medesima per gl'invidiabili voti ch'ella mi va procurando di coteste nobili ed erudite Ninfe, delle quali invidio il favore agli scritti miei. Non si stanchi intanto di riamarmi e di credermi invariabilmente.
1502
AD ANNA DE AMICIS - NAPOLI
Vienna 19 Maggio 1766.
Ho reso fin'ora giustizia alla vostra docilità, ma presentemente convien ch'io la renda ancora, mia cara Ersilia, alla vostra moderazione, poiché essendo così soddisfatta delle mie lettere, come voi prolissamente asserite, mostrate, a differenza di tutta la più bella metà dei genere umano, di contentarvi di molto poco. Confesso che avrei sempre creduto che a contentare una Ninfa spiritosa e vivace come voi siete bisognasse ben altro che lettere: ma voi protestate il contrario, ed io perderei troppo disingannandomi: onde, quando ancora le vostre proteste non fossero che gentili espressioni, io ve ne sono gratissimo e non voglio andarci sofisticando sopra. Tanto più che voi, andando costì rileggendo a coteste dame le mie lettere, mi rendete debitore del credito che mi procurate forse appresso di loro: credito molto più desiderabile che quello d'insigne poeta.
Che voglion mai dire cotesti vostri importuni e frequenti dolori di capo? Sa Dio quali sono i bollori e le fermentazioni che ve lo compongono. È possibile che la bella Partenope, tanto in ogni genere favorita dalla natura e dall'arte, non abbia un fisico illuminato ed esperto che ne conosca le cagioni e sappia apprestarvene i rimedi?
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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