So ancor io che in buona logica post hoc, ergo ex hoc è argomento che non val nulla, ma fra noi altri abitatori di Parnaso, massimamente in favore della nostra vanità, se ne passano de' peggiori. Ha creduto questa veramente adorabile sovrana esser troppo ben trattata in questo componimento e che troppo fosse visibile la parzialità dello scrittore, ed ha mostrato repugnanza a permettere che fosse qui stampato. Ma il signor conte di Canale avendone impetrata una copia manoscritta, lo ha fatto imprimere nella Regia Stamperia di Torino ed ha là ordinato che ne siano mandati per voi in Roma alcuni esemplari per mezzo di cotesto signor conte di Rivera. Ne darete uno al nostro degnissimo pretore e farete degli altri quell'uso che più vi aggrada. Se poi si volesse mai ristampar costì, ve ne raccomando la correzione. Addio. Vi abbraccio con la sorella e sono.
1519
A GIOVANNI DEL TURCO - PISA
Vienna 4 Agosto 1766.
L'ultima gentilissima replica di V. S. illustrissima del 22 del caduto mi convince ad evidenza che il mio caro signor del Turco vuol da me aiuto e non consiglio. Io mi son lasciato sedurre inutilmente dalle relazioni del suo costume, delle sue cognizioni e della applicazione sua alla fiducia di dargli il secondo: ed egli, credulo troppo alle opinioni che s'ingrandiscono di lontano, mi crede atto e mi sollecita a secondarlo col primo. La richiesta della mia scuola (quando ancora non procedesse da cortesia ma da bisogno) è affatto soprabbondante, avendo io annoiato il mondo con nove volumi delle mie ciance canore, che dicono, anche più di quel ch'io vorrei, ciò ch'io intendo degli studi poetici, ed il commercio critico intorno a particolari componimenti, abbisognando per essere utile di lunghe esposizioni di regole, di dubbi, di autorità e di ragioni, obbligherebbe non a lettere, ma a trattati.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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