Farò per altro farne ricerca per appagare le curiosità ch'ella mi comunica intorno agli scritti di lui e d'altri dotti teutonici. La licenza ch'ella desidera da Roma è ben più facile ad esser sollecitata da Modena che da Vienna. Nulla di meno io penserò a far di qua alcuna diligenza. Ma per indebolire la ragionevole difficoltà della soverchia gioventù mi dica s'ella fosse mai addottorata in qualche facoltà.
Il paragrafo ch'ella ha trovato in cotesta supposta mia lettera mi fa credere di non averla mai scritta, poiché avrei in mente qualche traccia o della materia o della forma del medesimo. E se pure è mio, non sarà che qualche scherzo metaforico, responsivo ad alcun altro di quelli de' quali abbondava il mio povero signor Giuseppe Riva: onde non vi lambiccate il cervello.
Attenda in primo luogo a star sano; e pensi che questa è per noi la più utile dottrina. Io sono intanto.
P. S. Le rendo grazie del supplemento alle note del poemetto, a cui l'ho già accompagnato.
1531
A GIOVANNI DEL TURCO - FIRENZE
Vienna 18 Settembre 1766.
Non ho più bisogno delle relazioni altrui per conoscere pienamente come sia eccellentemente organizzato il bel cuore del mio caro signor Giovanni Del Turco. L'ultima sua gentilissima lettera me ne scuopre tutto il più segreto invidiabile meccanismo. Veggo di qual ragionevol tempra sia il suo amor proprio, che non solo non s'irrita contro i consigli che s'oppongono agl'impeti suoi (crogiuolo a cui reggono ben pochi), ma conoscendo le sincere amorose sorgenti d'onde derivano, ne rende un così caro e largo contraccambio di gratitudine e d'amicizia.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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