Ma non è perciò che la vista de' vostri caratteri non mi solletichi dolcemente, e che io non mi senta obbligatissimo alla degnissima signora Livia che si è adoperata a procurarmegli. Una così umana premura è ben degna d'un cuore che voi mi descrivete così esemplarmente occupato fra le cure di figlia, cure che raddoppiano il pregio delle tante invidiabili qualità che distinguono cotesta stimabilissima damigella. Non le lasciate ignorar, vi prego, la mia riconoscenza, il mio rispetto e le mie congratulazioni. Se voi parlate di me coi comuni amici in Toscana io ve ne rendo in Germania il dovuto contraccambio: con tanta maggior frequenza quanto è più vivo e recente il desiderio che avete qui lasciato di voi. Tutto è per noi sufficiente motivo per risvegliar la memoria dello stimatissimo padre Azzoni. Fino i miei Voti pubblici mi han tirato addosso mille richieste per sapere s'io ve gli avea trasmessi. Ma ciò non è stato fattibile per due solenni ragioni. L'augustissima padrona ha creduto di non poter senza taccia di vanità permettere che si pubblicasse qui con le stampe un componimento d'un suo parzial servitore, ripieno (dice ella) di lodi da lei non meritate. Il conte di Canale con un ufficioso tradimento ne implorò e ne ottenne da lei una copia manoscritta che fece stampare a Torino, onde io disperai di poter esser de' primi a farvene capitare a Siena un esemplare, dove per altra via ben più corta dovea naturalmente giungere, o della torinese o d'alcuna altra impressione. E poi, quand'anche io ne avessi avuto un esemplare in tempo, avrei dovuto aspettare il benevolo portatore, poiché non essendovi qui più il Consiglio di Toscana, mi manca la via sollecita e sicura di cui per l'addietro ho soluto valermi.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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