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      Asserite di essere esattamente informata che l'esemplare modestia della mia sovrana mi ha vietato di pubblicar le sue lodi: e poi mi chiamate mancante perché a dispetto degli ordini positivi della mia benefattrice io non ne vado mandando i manoscritti per il mondo. Sa Dio che cosa avreste detto, se aveste potuto sapere che i manoscritti che ne sono corsi fossero usciti dalla mia casa? Buon per me che la medesima padrona augustissima sa di certa scienza che io non ho la minima parte nell'ufficioso tradimento che le ha fatto il conte di Canale, che avendone implorata da lei medesima una copia l'ha fatta con molto mistero imprimere e poi pubblicare in Torino. Onde voi vedete che, per quanto vi facciate violenza per essere ingiusta, è impossibile che vi riesca. Ma vi riesce all'incontro a meraviglia di obbligare al sommo la dovuta mia riconoscenza con le gentili espressioni che non mi lasciano dubitar senza ingratitudine della costante vostra non equivoca parzialità, alla quale io rendo e renderò sempre il più esatto e rispettoso contraccambio.
      L'affettuosa amicizia che ha per me il degno e caro mio signor tenente maresciallo, fa certamente appresso di lui gran parte del merito de' Voti pubblici. Io ne sono consolatissimo a questo titolo. Vi prego di abbracciarlo e riverirlo in mio nome, senza dimenticare l'amabile mio bassà. Del resto siate pur meco come vi piace o panegirista o detrattrice, pur che mi permettiate sempre di protestarmi.
     
     
     
      1543
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 27 Ottobre 1766.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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