Né potendo di più dilungarmi, pieno di affetto, di gratitudine e di stima mi dico.
1571
A TOMMASO GORDIGIANI - FIRENZE
Vienna 20 Aprile 1767.
Il nostro studiosissimo signor Selvi vi ha obbligato a valervi d'un insolito augurio di buone feste per accusarmi civilmente di pigrizia. Egli non sa quanto costi a me oggidì l'applicazione, e che i primi miei indispensabili doveri del mio impiego l'assorbiscono tutta. Le sue lettere mi hanno a punto trovato nell'esecuzione d'un frettoloso sovrano comando, onde hanno dovuto insieme con molte altre aspettare che mi fosse lecito d'impiegare alcun momento per me. Ne' primi respiri gli ho brevemente risposto: e spero (s'egli è pure, come non dubito, ragionevole) che sarà persuaso e della mia parzialità e delle fisiche difficoltà che m'impediscono di secondarlo come vorrei. Non vi stancate di amarmi, sicuro del dovuto contraccambio; conservatevi, prosperate, e credetemi.
1572
A GIUSEPPE ROVATTI - MODENA
Vienna 20 Aprile 1767.
I miei assalti ipocondriaci, ch'io chiamo affezioni isteriche, ed un nuovo sovrano frettoloso comando (de' quali la frequenza non eguaglia il mio desiderio, ma supera ormai le mie forze) mi hanno fisicamente impedito di rispondere più sollecitamente all'ultimo vostro gentilissimo foglio. Ma da voi savio e discreto non temo perciò la taccia d'inurbano e trascurato: anzi mi prometto il compatimento che merito, oppresso dalle cagioni che mi defraudano la lode di esatto corrispondente. Il leggiadro, poetico ed erudito componimento del quale la vostra amicizia ha voluto farmi soggetto è il più compiuto che sia fin'ora in tal genere uscito dalle vostre mani.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Selvi
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