Addio, conservatevi gelosamente e credetemi.
1573
A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
Vienna 25 Aprile 1767.
Dal giorno ch'io vi scrissi l'ultima mia lettera io sono stato, riverita signora contessa, sempre alla vedetta co' miei Voti pubblici travestiti alla tedesca involti e sigillati in una sopracarta a voi diretta alla mano, per iscoprire qualche buon servo di Dio a cui potessi applicarli perché a tenore degli ordini vostri vi fossero recati: ma la mia vigilanza è stata finora inutile. La mia pazienza è corta la vostra non è lunga: e so che andate a nozze quando potete cogliere un pretesto di farvi creditrice e di sfoderare la vostra accusatrice eloquenza contra i poveri amici innocenti: onde, non meno per impazienza che per evitare un così grave imminente pericolo, non sapendo a qual altro ripiego appigliarmi, ho mandato a seccar di bel nuovo il nostro isdraelita; il quale ha giurato per i sonagli d'Aronne d'avere scritto, e che vi crede in quest'ora in possesso dello spedito esemplare. Ma perché soggiunse che lunedì prossimo 27 del corrente partiva a cotesta volta persona sicura e sua conoscente, gli feci consegnar subito il piego qui pronto con l'inclusa seconda copia di quei benedetti Voti, che non hanno ancor saputo trovar la via della vostra casa. Se son deluso ancor questa volta dal popolo eletto, ho risoluto di scatenar contra la Sinagoga tutti i miei flati ipocondriaci.
Approfittatevi della bella stagione che incomincia a mostrarsi, abbracciate ancor per me la cara metà e l'amabile bassà, perdonatemi d'avervi defraudata del piacere di sgridarmi e credetemi, col solito costantissimo rispetto, di Vostra Eccellenza.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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