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      1576
     
      A DOMENICO ARBORIO DI GATTINARA - BRUNSWICK
     
      Vienna 11 Maggio 1767.
     
      Partendo a cotesta volta il signor N. Boccherini, prendo l'opportunità di rinnovarvi la memoria dell'affettuosa mia stima, e d'inviarvi un mio lirico componimento come pegno della medesima. Forse non sarà costà pervenuto, ed in tal caso, avendo quello della novità, non sarà privo affatto di qualche merito. La traduzione tedesca che lo accompagna ha qui riscossa universale approvazione: altra circostanza che scusa l'inutilità del dono. Addio, mio caro signor Gattinara: continuate ad amarmi, e credetemi invariabilmente.
     
     
     
      1577
     
      A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
     
      Vienna 17 Maggio 1767.
     
      Con tutta la confusione nella quale tutti qui, e particolarmente io mi ritrovo, per il vaiuolo da cui le due nostre imperatrici sono assalite, cioè l'imperatrice Giuseppa da sette giorni, e l'imperatrice regina da ieri in qua, non posso difendermi dalle premure del nostro abate Cetrulo, che vuole essere accompagnato da una mia lettera della quale, attesa la vostra amicizia per lui, non avrebbe alcun bisogno. La prima delle auguste inferme è molto aggravata; dell'altra ci dicono che il vaiuolo sia della più benigna qualità: ma con tutto questo figuratevi i palpiti nostri. Mi crederete se vi dico che non ho né tempo né vigore per dilungarmi. Addio, caro amico: conservatevi e compatite il vostro.
     
     
     
      1578
     
      A GIUSEPPE ROVATTI - MODENA
     
      Vienna 18 Maggio 1767.
     
      Mi ha divertito, mio caro signor Rovatti, il medico trattatino col quale vi siete compiaciuto additarmi le differenze fra le affezioni isteriche ed ipocondriache, e mi è piaciuto di ritrovarvi così istrutto in cotesta parte di fisica, essendo per altro ancor così giovane che non vi è fin'ora occorso mai di sentire un ipocondriaco lagnarsi per ischerzo di patir di mal di madre, scherzo per altro comunissimo, e che presentando a prima vista l'assurdo d'esser divenuto femina, spiega egregiamente la somiglianza degli stravaganti effetti di cotesti e virili e feminili incomodi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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