Il persistere nell'idea di scrivere la mia vita prova evidentemente che la mia repugnanza a consentirvi sia tenuta da lei per una modestia donnesca che desidera d'esser violentata. No, mio caro signor priore, ella s'inganna di molto. Sia ragione o debolezza, io non posso sentir che alcuno scriva la mia vita senza raccapricciarmi. Da questa candida confessione, ch'io le asserisco sull'onor mio, mi prometto la sua amichevole condescendenza: della quale vivamente la supplico, e che riceverò con la gratitudine dovuta agli altri suoi doni, che attendo con quella rispettosa tenerezza con cui sono.
1583
A GIUSEPPE ROVATTI - MODENA
Vienna 11 Giugno 1767.
Dall'annesso viglietto del signor conte Piccolomini dimorante in Vienna, fratello del cardinale di tal nome, a cui ho fatto raccomandare l'affare della nota licenza, vedrà il mio gentilissimo signor Rovatti e le mie premure in servirlo, e la quasi sicura speranza di ottenere la grazia desiderata. Ho messo ordine che quando si ottenga, come ormai non dubito, la licenza, non faccia il viaggio di Vienna, ma vada direttamente da Roma a Modena. Non si stanchi di riamarmi e mi creda invariabilmente.
1584
A GIOVANNI FRANCESCO SABATINI - ROMA
Vienna 11 Giugno 1767.
Le nostre funeste, pericolose e fortunate vicende, delle quali sarà V. S. illustrissima stata informata dalle pubbliche gazzette, avranno fatto appresso di lei le mie scuse della tarda risposta al gentilissimo suo foglio del dì 11 dello scorso maggio, onde le trascuro e passo a pagare il mio debito.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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