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      Conservatevi e credetemi.
     
     
     
     
      1588
     
      A UN AMICO - MILANO
     
      Vienna [Giugno 1767].
     
      Dalla descrizione che vi ho fatta della morte immatura di questa sovrana, e del contemporaneo gravissimo male della mia padrona, comprender potrete quanto vivo sia stato il dolore da me provato in questi luttuosi avvenimenti. Si leggeva nel mio sembiante a chiare note l'interna agitazione dell'animo, né v'era persona a cui occultar la potessi. La mia confusione, il pianto, l'esser quasi di continuo per le gallerie dell'imperial palazzo, ed il chiedere continuamente a' medici ed alle damigelle di Corte ragione dello stato della padrona non potevano render che troppo palese alla moltitudine de' cortigiani la confusione e l'eccesso del dolor mio. Vi assicuro, amico, che tra le molte e funeste catastrofi a cui sono rimasto per anni sessantacinque e fin qui soggetto, questa si sarebbe potuta contare per la più dolorosa di tutte, se la divina Providenza non si fosse placata alle vive preghiere de' sudditi...
     
     
     
      1589
     
      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 6 Luglio 1767.
     
      Il risentimento de' nostri terrori passati ed i tumulti del giubilo presente per le note vicende dell'adorabile nostra padrona ci occupano ancora in guisa tale, mio carissimo signor Filipponi, che è una specie di merito il ricordarsi di rispondere alle lettere ricevute. Io compisco laconicamente questo dovere verso l'ultima vostra, sicuro che voi non compatirete solo, ma entrerete a parte della giusta mia ora invidiabile agitazione.
      Qualunque sia la tenebrosa origine del mistero impenetrabile al signor Rabj, io non ho né disegno, né bisogno, né voglia d'investigarla.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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