In contraccambio di questa mia, per altro dovuta cura, abbracciate vi prego teneramente per me la cara metà e l'amabilissimo bassà, senza dimenticarvi di riverire distintamente insieme la degnissima di lui sultana: e credetemi con invariabile rispetto.
1593
A FRANCESCA MARIA TORRES ORZONI - GORIZIA
Vienna 18 Luglio 1767.
È scritto in somma nel libro de' fati, mia riverita signora contessa, ch'io non possa evitare i vostri rimproveri. Credea questa volta che mi fosse certamente riuscito, nel prevenirvi nello scrivere e nel mandarvi con l'ultimo mio componimento un'evidente prova dell'innocenza del mio silenzio. Ma pochi momenti ha durata cotesta mia compiacenza, poiché il medesimo emissario che ha portato alla posta La pubblica felicità, a voi prima che a qualunque persona inviata, mi ha riportata una gentilissima vostra lettera, la quale severamente m'intuona che sarebbe ormai tempo di darvi alcun segno di vita. Compatisco in verità quei poveri antichi filosofi che asserivano l'inevitabile necessità del destino. Non è però ch'io non vi sia gratissimo della lieta notizia che in tale occasione vi è piaciuto darmi dell'elevazione al presbiterato del degnissimo signor canonico vostro figliuolo, col quale vivamente me ne congratulo, non meno che con tutte le persone che gli appartengono, ma particolarmente col mio caro signor tenente maresciallo, del quale io (figurandomelo) accompagno il giubilo e la tenerezza. Il nostro monsignor Perlas combatte già da tre settimane con una specie d'umor salso fluido che gli ha occupati gli occhi, le orecchie e tutta la faccia, in modo che esercita crudelmente la sua pazienza: e l'incomodo è tale che non basta per consolarsene il saper che non minaccia pericoli di sorte alcuna.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Luglio Perlas
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