Intorno alla fortuna dell'abbandonata Didone, io non so distinguere fra il mio caro signor Angiolini e me il creditore dal debitore. So bene che da che ella nacque non si è mai trovata fra migliori mani di quelle che l'hanno accarezzata in Russia: senza eccettuarne quelle d'Enea. Le mie ciance poetiche, frutto ormai della tarda stagione, non meritano le vostre premure. Se troverò il benevolo portatore eseguirò i vostri comandi. Vi prego intanto d'impiegare la vostra seduttrice eloquenza a favor mio appresso l'impareggiabile signor marchese Clerici e degnissimo signor principe Trivulzi, esponendo loro quanto io sia sensibile e superbo della generosa parziale memoria di cui mi onorano, e qual giusto contraccambio di venerazione e di rispetto ad essi da me costantemente si renda. Conservatemi, riverita signora Teresa, il prezioso luogo che vi è piaciuto destinarmi nel gentile animo vostro, e somministratemi co' vostri comandi le occasioni di meritarlo, mentre io inalterabilmente mi confermo.
1610
AD ANTONIO FILIPPO ADAMI - FIRENZE
Vienna 28 Settembre 1767.
Dopo aver consumati ben due mesi in cammino, è pur giunto ier l'altro alle mie mani il magnifico, elegante e luminoso sonetto scritto da V. S. illustrissima nel ristabilimento in salute dell'adorabile nostra sovrana. Io me ne congratulo seco come d'uno de' più distinti parti del suo felice talento. E dalla florida e vigorosa vivacità del suo spirito raccolgo anche il contento di lusingarmi che ci non si trovi incomodamente alloggiato.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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