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      Ella che crede, come Tito credeva, di aver perduti que' giorni ne' quali non si è impiegata a beneficio d'alcuno, secondò da bel principio varie di queste istanze; ma crebbero esse a tale eccesso che non avrebbe potuto continuare a favorirle senza abusare indiscretamente della compiacenza della Corte di Napoli: onde fu obbligata di proibire non solo a noi, ma alla medesima reale sposa di più accettarne o proporne. Ciò non ostante io sono gratissimo al signor don Aurelio, che a dispetto di così lunga separazione abbia resa giustizia alle disposizioni dell'animo mio a suo riguardo: e lo priego se alcuno costì si ricorda di me di prestargliene a mio nome la mia gratitudine, assicurandolo della costante mia tenerezza per la cara Partenope, in seno della quale ho lietamente passati i più floridi e più felici de' giorni miei. Mi conservi l'amorevole sua propensione, e mi creda con la più costante ed affettuosa stima. *
     
     
     
      1617
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 26 Ottobre 1767.
     
      Non rispondo oggi ad alcuna vostra lettera, perché la posta di Roma (colpa cred'io delle strade) non è giunta questa settimana: ma mentre vi scrivo mi figuro la desolazione di Napoli ed il susurro di Roma alla tragica inaspettata novella, che ieri dee purtroppo esservi giunta, della nostra lagrimevole perdita: della quale per accrescerci il lutto, il vaiuolo ha assalito nuovamente l'arciduchessa Elisabetta, principessa che per la bellezza, per la vivacità dello spirito e per la benignità del contegno è universalmente adorata.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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