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      Di questo potrà parlarsi quando occorresse armarsi contro il pubblico: come d'un paio di paragrafi ne' quali la sentenza non è così perspicua come in tutto il resto. Mi congratulo nuovamente con voi di tutto il lavoro che mi prova che non avete impiegato senza profitto i vostri ozi letterari. E non mi distendo di più perché mi costa una positiva violenza la distrazione dal pensiero delle passate perdite e da quello de' presenti palpiti. Addio. Vi abbraccio con la compagna e sono.
     
     
     
      1618
     
      A MARIA FORTUNA - PISA
     
      Vienna 2 Novembre 1767.
     
      Sian lavoro di pastore o di ninfa le bellissime Stanze a me dirette, che a nome d'Isidea Egirena per la corrente posta mi pervengono, esigono sempre da me ammirazione e gratitudine. Sono esse tali per il buon senso ed il candore che regna in loro, e per la dolce, nobile, chiara ed armoniosa facilità che costantemente le accompagna, che non ha bisogno chi le scrisse di chiamare in soccorso i riguardi dovuti al bel sesso per ritrarne distintissima lode. Io ne professo infinita riconoscenza a chiunque ne sia stato l'autore, e me ne congratulo sinceramente seco. Ma se fossero queste, come il mio amor proprio mi solletica a credere, opera veramente femminile, prego la valorosa obbligante pastorella, che tanto ha voluto onorarmi, a gradire il dubbio mio, in vece di sdegnarsene meco, come certissima pruova del raro merito che lei distingue dalle sue pari. Né mi condanni di poco cortese s'io non impiego la mia stanca Musa a risponderle. In primo luogo ella non è così pronta alle chiamate d'un ormai annoso marito come altre volte mostravasi a quelle d'un vegeto amante, ed oltre a ciò la da me non meritata sorte, che mi ha collocato all'ombra del trono cesareo, mi ha procurati e tuttavia mi procura così frequenti inviti poetici, che il dovere di rispondere avrebbe usurpato tutto il tempo necessario a quello del mio impiego, s'io non mi fossi mio mal grado dispensato dal primo; e volendo al presente cangiar sistema incorrerei la giusta indignazione di tutti quelli che sono stati da me fino al presente involontariamente negletti.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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