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      Or pensi in questa disposizione qual divenisse un antico, fedele e beneficato servitore, nel vedersi inaspettatamente possessore di una così venerata immagine, e tanto somigliante al suo grande originale che non cede ad alcuna delle più eccellenti che ne ho fin'ora vedute, se non unicamente a quella che la mia divozione, la mia gratitudine, il mio zelo ed il dover mio mi hanno scolpita da tanti anni nell'animo, dove sempre la conserveranno così viva e presente sino all'estremo de' giorni miei! Confesso che ne' primi momenti rimasi quasi attonito ed insensato; ma quando lo stupore cominciò a permettermi di pensare, conobbi quanto glorioso fosse questo per me nuovo ed indubitato pegno del benignissimo gradimento di cui la generosa nostra sovrana si degna onorare la lunga mia fedel servitù e i poveri miei letterarii sudori; onde mi abbandonai senza ritegno a quei trasporti di giubilo che corrispondono a tanta fortuna. In questa invidiabile agitazione mi ritrovarono le persone che compongono il noto triumvirato: dimandai loro consiglio sui miei doveri in conseguenza di grazia così distinta, non essendo io capace di discernere se il correre subito di bel nuovo a' piedi della benefica mia donatrice fosse debito od importunità. Essi furono concordemente d'avviso ch'io serbassi i grati ed umili miei sentimenti alla prima opportuna occasione che mi si offerisse di esporli, e che non abusassi per allora della sovrana benignità. Intanto ch'io sospiro questa fortunata occasione si compiaccia, la prego, gentilissima signora contessa, di approfittarsi a mio favore di qualche destro momento appresso alla Maestà Sua.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Maestà Sua