Non bisognava per me minor sicurezza per consolarmi in parte della perdita d'una invidiabile consuetudine con persona e per la qualità sua e per i suoi colti talenti e per savio contegno e per irreprensibili costumi con tanta giustizia stimabile. Benché egli non m'informi punto delle circostanze della sua nuova situazione, il festivo e sereno stile della sua lettera ne dice quanto a me bisogna, assicurandomi dell'animo lieto e tranquillo dello scrittore. Io glielo auguro sempre tale per tutto il lungo corso d'una prospera vita: e risalutandolo per parte de' salutati sinceramente mi dico.
1635
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 4 Gennaio 1768.
Oggi sì che la vostra del 19 del caduto avrà laconica risposta. Ho una risma di lettere che esigono risposta, tutte inutili e tutte inevitabili. L'A. R. dell'arciduchessa Carolina è la sposa destinata al re di Napoli, e partirà quindi a quella volta il dì 7 del venturo aprile, tenendo il medesimo cammino che avrebbe tenuto l'angelica di lei sorella. Ma non con la compagnia medesima, poiché l'imperatore non sarà del viaggio. Volete ad ogni modo auguri di buone feste e capo d'anno a dispetto del rancidume di tale cortigianesco ufficio. Prendeteli dunque, ch'io ve gli rendo a piena mano, senza pregiudizio di quelli ch'io vi faccio in ogni momento di tutto l'anno. Addio. Abbracci comunicabili al solito e sono.
1636
A GIACINTA BETTI - BOLOGNA
Vienna 7 Gennaio 1768.
Benché nemico per natura e per sistema di tutte le formalità cerimoniose, non posso fare a meno di riconciliarmi con le medesime quando mi vengono da persona così obbligante e gentile come è la signora Giacinta Betti: onde nell'atto di contraccambiare gli auguri di felicità di cui ella mi onora, auguro a me medesimo la opportunità di poterle dimostrare con altro che con officiose proteste la perfetta stima e la sincera riconoscenza con cui sono.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Gennaio Carolina Napoli Gennaio Giacinta Betti
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