Sul vostro a??t?????t?? io non ho altro da dirvi; soggiungerò unicamente che le lingue non sono altro che istrumenti atti a trasportar nella mente degli altri le idee concepite nella nostra: onde fra due espressioni sempre dee preferirsi quella che meglio conseguisce il suo fine (purché non sia barbara o pedestre) all'altra più elegante e pellegrina, ma meno retta e fedele. Con questo ragionevolissimo principio io ho procurato in tutti gli scritti miei di sfuggire l'oscurità e gli equivoci; ed a dispetto di questa perpetua cura non mi è sempre perfettamente riuscito: tanto è difficile il trasporto delle imagini dalla nostra nell'altrui fantasia; difficoltà dalla quale nasce e si alimenta la maggior parte delle dissensioni dei letterati, che per lo più senza intendersi fra loro ostinatamente combattono. Addio. Questa risponde alla vostra del 2 del corrente, suppone i soliti comunicabili abbracci e vi conferma ch'io sono.
1640
A FRANCESCO SAVERIO DI ROSENBERG - FIRENZE
Vienna 21 Gennaio 1768.
Un impertinentissimo catarro (che appunto per essere qui alla moda avrebbe dovuto risparmiare me, che non lo sono) ha trattenuto più del dovere la mia replica all'ultimo foglio del mio veneratissimo signor conte di Rosenberg, il quale in quella del signor N. N. ha procurata una maggior grazia a me stesso rendendomi presente alla reminiscenza di cotesto adorabile sovrano, e facendomene ottenere tali attestati della parziale di lui clemenza che metterebbero in tumulto l'insensibilità di Diogene nonché la vanità d'un poeta.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Gennaio Rosenberg Diogene
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