Si conservi gelosamente all'onore della nostra Italia, e mi creda sempre con la più giusta e riverente stima.
1647
AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI DI BELMONTE - NAPOLI
Vienna 24 Febbraio 1768.
Mademoiselle Elisabetta Täuber, che avrà l'onore di presentare all'Eccellenza Vostra questo mio riverentissimo foglio, crede giustamente d'avere assicurata alla sua distinta abilità l'approvazione di cotesto pubblico se potrà meritare preventivamente quella di Vostra Eccellenza, dal cui inappellabile giudizio dipende per antico possesso il credito delle sue pari. La magistrale franchezza della medesima nella bell'arte ch'ella professa, la felicità della sua voce, l'esquisito gusto nel regolarla, l'espressiva nobiltà con la quale si presenta sulla scena, e soprattutto gl'irreprensibili di lei costumi, giustificano l'ambiziosa sua sollecitudine di conseguire e l'ardita mia premura di procurarle un così invidiabile patrocinio. Né temo di abusar con le istanze mie della generosa parzialità dell'Eccellenza Vostra a mio riguardo, sapendo bene che l'eccesso di queste non può giunger mai alla misura del suo genio benefico: e che non può ella dubitare che non le accompagni quell'antico inalterabile rispetto, con cui sono sempre stato e sarò sempre.
1648
A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
Vienna 29 Febbraio 1768.
Le vostre tenerezze carnevalesche, mio carissimo padre maestro, avrebbero alterate con un piacere quasi peccaminoso le dovute mie disposizioni quadragesimali, se rammentandomi l'irreparabile perdita che ho fatta dell'amabile vostra vicinanza e consuetudine non ne avessero moderato l'eccesso.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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