1670
AD ANTONIO SCARPELLI - ROMA
Vienna 26 Maggio 1768.
Eccede in gentilezza il riverito signor abate Scarpelli mostrandosi sollecito del mio voto, dopo aver esatte le lodi di cotesti illuminati conoscitori e quelle specialmente del nostro valorosissimo signor abate Pizzi, al giudizio del quale io rimetterò sempre tranquillamente tutto l'arbitrio del mio. Onde non posso che ripetere ciò che gli avrà egli già detto, cioè che la nobile e sonora fluidità, le immagini ridenti e gli adattati pensieri che compongono L'amore in latino provano all'evidenza che l'autore del medesimo è ben caro ad Apollo. Io me ne congratulo seco, e gli sono gratissimo che col saggio di tali fiori mi abbia abilitato a presagire i frutti che possiam prometterci da così felice terreno. Il desiderarmi poi per sua guida, essendone egli così ben proveduto, è cortesia, non bisogno, ed esige in contraccambio più gratitudine che condescendenza; ma quando si volesse ancora (a tutto altro titolo) ragionare accademicamente fra noi per illuminarci a vicenda intorno all'arte della poesia drammatica, l'impresa sarebbe sempre impossibile in tanta distanza. Dovrebbero degenerar necessariamente le lettere in dissertazioni: mancherebbero a me le forze fisiche e morali per somigliante lavoro, e mancherebbe il tempo al signor abate Scarpelli, dedicato ad occupazioni da non sacrificarsi alle Muse: delle quali è bello l'essere amante, ma non marito. Mi continui l'affettuosa sua parzialità, e mi creda con la dovuta stima.
1671
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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