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      Qual per me più opportuna occasione che le imminenti nozze del degnissimo signor Nicolao Montecatini, onde poter dare qualche pubblica testimonianza del rispetto, della stima e della riconoscenza mia verso un distintissimo cavaliere e mio così dichiarato fautore? E qual finalmente più fecondo e più ridente soggetto poteva esser mai proposto a' miei versi che una nobile giovanetta uscita di mano delle Grazie, e che solo da V. S. illustrissima magistralmente descritta potrebbe trasformare in cigno una cornacchia? Or quanto più sono allettatrici coteste circostanze, tanto più doloroso è l'ostacolo che mi contende d'approfittarmene: ostacolo che, noto ormai a tutti i viventi, è stato nascosto dalla mia maligna fortuna unicamente a V. S. illustrissima affinché mancasse all'amor suo un così giusto motivo di risparmiarmi il rossore di disubbidirla. Chi mai non sa che nel lungo corso di ben trentanove anni non ho io mai violata fin ora la rigorosa legge che per poter supplire ai pesanti doveri del mio impiego fui costretto d'imporre a me stesso nel giungere a questa Corte: cioè di sottrarmi costantemente a qualunque straniera poetica commissione? E che per non irritare con le eccezioni la giusta indignazione di molti da me negletti ho dovuto più volte trovarmi nella dura necessità di negare una così povera condescendenza a persone le più venerate e più care: fra le quali, con mia sensibilissima pena, non molto tempo fa, è pur convenuto ch'io conti cotesto rispettabilissimo monsignore arcivescovo?


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Nicolao Montecatini Corte