Incominciava a sperarmi al fine esente dal pericolo di somiglianti mortificazioni quando V. S. illustrissima, da cui meno l'avrei temuto, me le ha crudelmente rinnovate. Dio gliel perdoni. Io confesso che non mi sento punto disposto a perdonarle, se non se a patto che, in espiazione della poca sua carità, sottentri ella stessa all'onorato ma grave peso che mi avea destinato. Farà V. S. illustrissima opera da buon cristiano, e l'epitalamico concento che costì si prepara si risentirà con molto vantaggio del cambio, poiché farà certamente assai migliore accordo con le altre la vigorosa voce d'un giovane e florido usignuolo, che quella d'una ormai stanca e già troppo annosa cicala.
Monsignor Perlas, la contessa Figuerola e tutta la nostra notturna adunanza rende il dovuto contraccambio alla sua obbligante memoria: ed io pieno di stima, di tenerezza e di rispetto veracemente mi dico.
1676
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 20 Giugno 1768.
Nella vostra lettera del 4 del corrente non trovo altra materia della quale le mie antecedenti non abbiano già sufficientemente parlato che la patetica enumerazione delle incomode pensioni imposte dalla natura alla lunga vita. Il soggetto non è ridente ed è secondo me della specie di quelle mediche disgustose pozioni che van trangugiate in un tratto senza andarle assaporando a bell'agio. Io pago i miei debiti al par di voi e d'ogni altro nostro collega, ma procuro di non aggravargli arzigogolandovi sopra: e quando essi mi divengono più dell'usato sensibili, io ricorro allo specifico di porre in opposizione i vantaggi che si acquistano con quelli che si perdono nel trascorrer degli anni, e trovo che le passioni sedate, i desideri circoscritti, gli errori scoperti, le cognizioni acquistate e la ragione ridotta alla sua attività vagliono assai bene il pericoloso vigore e la passaggiera venustà giovanile.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Perlas Figuerola Giugno
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