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      Prudenterque verebatur ne forte obtingeret sibi, quod solet saepe numero Magnarum Partium dissidia componere conantibus: qui dum neutram laedere student, utrisque plerumque displicent. Sed utcumque sese res olim habuerit, me tibi, vir clarissime, perpetuo devinctum in posterum velim existimes: eo quod non tantummodo beneficentissimum Institutorem meum, (quem nescio an Magistrum, melius, an Patrem appellem) et adeo suspicis, et tot tantisque laudibus effers; sed et meipsum in quamdam gloriae tuae literariae societatem quodammodo adsciscere voluisti. At tu gloriam illam, quam solus ingenio, opibus, laboribusque tuis tibi merito comparasti, integrain tibi serva: eam (ut jamdiu strenue facis) in dies adaugere perge: et vale.
     
     
     
      1690
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 8 Agosto 1768.
     
      La carestia di pubbliche novelle, che voi esagerate nella vostra del 23 dello scorso luglio, s'accorda così male con la strana abbondanza che purtroppo ne forniscono le universali fermentazioni, ch'io mi riduco a credere che voi contiate per penuria la folla di quei tanti inaspettati avvenimenti, il parlar de' quali non è né piacevole, né utile, né prudente per noi. Se questo è il senso della vostra figura rettorica, io vi applaudisco e v'imito. La mia letteral scritta familiarmente al signor don Sigismondo Chigi non avea certamente ali per sollevarsi sino alle cime del Quirinale: e non so se le avrà fatto vantaggio la soverchia parzialità di chi ha voluto condurvela. Ma, checché gliene sia avvenuto, io sento di quanto son debitore all'ottima volontà di chi tanto ha procurato esaltarla.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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