1697
AD ADAMO CHIUSOLE - ROVEREDO
Vienna 20 Agosto 1768.
Non creda V. S. illustrissima difetto di diligenza la tardanza di questa risposta: ella è una necessaria conseguenza della legge che obbliga qui ogni libro straniero a passar, prima d'essere introdotto, sotto una rigorosa revisione che non è né può fisicamente essere molto sollecita. Non prima di ieri 19 del corrente agosto potei farmi possessore del gentil dono di cui ella mi onora: ne scorsi subito impazientemente non solo i luoghi accennati, ma molti e molti altri, con quel disordine e con quella fretta che naturalmente inspira tutto ciò che avidamente si gusta, e dal piacere che ne ho già ritratto argomento ben quello che deggio promettermi da una più attenta e continuata lettura. Intanto, per non lasciar più lungamente in rischio appresso di lei il credito della mia gratitudine, le rendo le distinte grazie dovute all'obbligante cura di farmi parte delle lodevoli produzioni de' suoi colti e felici talenti, e della vantaggiosa opinione da lei di me concepita: della quale io non m'affatico (come la sincerità lo vorrebbe) a distruggere i fondamenti, per non scuoter quelli della sua parzialità, di cui tanto e con tanta ragione io sento che mi compiaccio.
Le vie da V. S. illustrissima imaginate per procurare un favorevole accoglimento al dono ch'ella destina al marchese Tanucci non so quanto possano esser giovevoli. Egli prima d'esser ministro era già letterato e poeta, ed io ho veduti suoi non antichi componimenti i quali provano che l'autore non è straniero in Parnaso: onde è ben giusto e naturale ch'egli creda di non dovere sul merito de' lavori poetici regolare i suoi dai giudizi degli altri, né so quanto potesse compiacersi d'una visibil cura di prevenirlo: visibilissima ad ognuno, non che al destro e perspicace marchese Tanucci, si renderebbe la sua, mediante il poco naturale retrogrado cammino che terrebbe il destinato libro se per andare a Napoli venisse a cercare in Vienna l'ambasciadore del re delle Due Sicilie, potendo trovare, senza uscir di strada, il duca di Salas in Venezia, il conte Zambeccari in Bologna, il marchese Viviani in Firenze ed il cardinale Orsini in Roma.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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