Essa non è degna della vostra curiosità. Pure per liberarvene, per ubbidirvi, e perché veggiate quanto poco convien fidarsi ai romori popolari, eccovela ampiamente trascritta in un picciolo ritaglio di carta. Premiate la mia compiacenza con la continuazione dell'amor vostro, e credetemi fisicamente predeterminato ad essere fin ch'io viva sempre con la medesima tenerezza.
1711
A VINCENZO CAMILLO ALBERTI - BOLOGNA
Vienna 3 Ottobre 1768.
Il portatore della nota Poetica è stato obbligato di lasciarla in questa dogana, perché qui non possono introdursi libri senza un'esatta revisione: ier l'altro mi fu recata, e, subito che dal libraio sarà resa leggibile, appagherò la mia curiosità. Intanto le rendo grazie del dono, ma la prego di metter freno alla sua liberalità, poiché questo terreno non produce frutti onde renderle il contraccambio, ed io arrossisco d'esserle sempre debitore.
Ho lette col solito piacere le sue leggiadre Cantate, e ho trovate in esse vivacità, fantasia, e non poche felici espressioni suggerite da quel genio poetico che la spinge in Parnaso. Non aspetto meno dalle Canzonette che mi promette; ed augurando la meritata corrispondenza all'amor suo per le Muse, sinceramente mi dico.
1712
A DOMENICO DIODATI - NAPOLI
Vienna 10 Ottobre 1768.
Se avess'io potuto secondare il mio desiderio, avrebbe V. S. illustrissima aspettata molto meno questa risposta: ma ben rade volte, riverito amico, mi riesce di poter far uso della mia libertà. Una serie perenne di sempre rinascenti ufficiosi doveri, la maggior parte inutili ma tutti indispensabili, mi defrauda miserabilmente di quell'ozio che l'incostanza di mia salute e gli obblighi del mio impiego permetterebbero di tratto in tratto ch'io consagrassi a qualche studio geniale ed all'utile commercio con alcuno di que' pochissimi quos aequus amavit Jupiter.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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