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      Questo domma è puerile per i filosofi moderni che vorrebbero tutti i comodi della società senza sentirne alcun peso. È facile ad essi il far proseliti: ognun corre volentieri a chi lo scioglie da qualche noioso legame, e pochi sono i calcolatori capaci di scoprire i grandi danni futuri, che debbono necessariamente nascere da' piccioli vantaggi presenti. Gl'inconvenienti, il disordine, lo stato inquieto e mal sicuro, nel quale a poco a poco convien pur che si cada, illumina finalmente anche i meno avveduti; ma la cura è lunga, dolorosa, e di quelle per resistere alle quali bisogna una più che atletica complessione. Noi siamo attualmente fra le mani de' medici: Dio conduca loro, ed assista noi.
      Con mio infinito rammarico osservo che la mia lettera, di cui in quest'ultima vostra voi rammentate qualche passo, ha corsa senza il mio passaporto una gran parte d'Italia: l'eco n'è ritornato a me e da Napoli e da Siena e d'altronde. Il pericolo che possa divenir così pubblico ciò ch'io scrivo confidentemente agli amici mi inceppa e mi dispera. Qual è quell'uomo che in tutti i momenti della sua vita possa mostrarsi con decenza indifferentemente a ciascuno? Mi costa assai d'angoscia il farlo quando mi costringono i doveri del mio stato. Sia debolezza o ragione, non moltiplicate, vi prego, ancor voi con dar copia delle mie lettere, le occasioni di tormentarmi. A chi scriverò con franchezza, se ho da scrivere a voi con timore?
      Addio. Comunicate al solito i miei abbracci alla compagna, e credetemi sempre il vostro.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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