1719
A MATTIA VERAZI - MANNHEIM
Vienna 5 Novembre 1768.
Benché, dopo la morte dell'ultimo Elettore di Sassonia e la totale dissipazione del teatral Parnaso di Dresda, io non abbia maggior commercio con quelle contrade che con le terre incognite del polo antartico, pure il desiderio di corrispondere all'obbligante fiducia che mostra il riveritissimo signor Verazi nell'amicizia mia, mi farebbe andar qui in traccia di qualche persona che potesse con la sua supplire al difetto della mia insufficienza; ma un ostacolo assai meno superabile di questo mi toglie affatto la libertà di mischiarmi nell'ideato maneggio. La Corte di Sassonia non è senza poeta: il noto signor Migliavacca, mio amico da molti anni, e da me approvato e proposto, benché viva ora nella sua patria n'è sempre e Consigliere di Legazione e poeta, e ne gode tuttavia una decente pensione. Onde se le nozze Elettorali esigeranno un nuovo dramma è tanto giusto quante, probabile che non sia per esser trascurato un così antico, abile, benemerito ed attual servitore. E se gli sovrastasse mai questo torto, io non meriterei più la stima dell'istesso mio signor Verazi, se avessi conferito a procurarglielo. Mi desidero più felice esecutore d'altri suoi comandi, e sono.
1720
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 7 Novembre 1768.
Dalla mia risposta a quella vostra che mi annunziava misteriosamente "che costì v'era chi pensava a promovere distinte maniere d'onorarmi", dovevate aver compreso ch'io andava molto lungi dal segno nel figurarmi tutto quello che voi mi tacevate, ed in quella risposta generica avreste voi dovuto chiaramente intendere e quanto mi obbligava l'amorosa parzialità suggeritrice di tali idee, e quanto poco io mi sentiva disposto a secondarle.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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