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      Tutto ciò non iscema d'un punto la mia vera gratitudine verso chi vorrebbe pure sollevarmi. Ed è vostro debito così lo spiegar questa mia eterna riconoscenza come le solide ragioni che obbligano a deporre affatto l'affettuoso, ma ineseguibile pensiero.
      Vedrò volentieri gli Oratorii latini Lorenziniani; ma quando senza gran fastidio vi si presenti l'occasione di mandarli. Questa risponde alla vostra del 22 d'ottobre, ed io sono de more.
     
     
     
      1721
     
      A STEFANO FERRANTE - ATRI
     
      Vienna 10 Novembre 1768.
     
      Nella leggiadra, vivace, felicissima canzonetta che per mezzo del nostro degnissimo monsignor di Teramo è piaciuto a V. S. illustrissima d'inviarmi, io non saprei rinvenir altro di riprensibile che l'eccesso di parzialità che in essa ella dimostra a mio riguardo: difetto per altro di cui io non mi auguro ch'ella si corregga, se serve questo di fondamento alla invidiabile benevolenza ch'io godo di persona di così colti e distinti talenti. Vorrei ben io esserle grato con altro che con approvazioni; ma temo che la mia vera ed affettuosa gratitudine abbia, suo malgrado, a risentirsi della sterilità de' nostri lauri poetici, che poco hanno per lo passato allignato in questo straniero terreno, ma omai ne sono del tutto diradicati e sbanditi, avendo la bellicosa costituzione de' tempi obbligate le Muse a dileggiarne, ed a cedere tutto il luogo ai reggimenti ed ai cannoni. Desidero che queste poco felici circostanze non la facciano dubitare almeno di ciò che dipende dal mio arbitrio: cioè della vera riconoscenza e della giusta sincerissima stima con cui sono.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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