Se così fosse, non dovrebbe esser difficile l'indagarla e rimoverla. La mia amorosa gemellaggine mi va suggerendo che voi passate il maggiore tempo della vita in campagna: che l'esalazioni autunnali ed estive d'una gran parte dei terreno della nostra Italia non si respirano impunemente: che l'aria delle città lastricate si risente assai meno di questo svantaggio, così per le impedite esalazioni della terra come per i numerosi continui fuochi e l'assiduo moto degli abitanti, che l'agitano e la correggono: e vorrei che la giusta premura della vostra salute suggerisse a voi queste considerazioni che suggerisce a me l'amicizia. Pensateci, caro gemello, esaminate il mio sospetto, e se lo trovate in qualche parte probabile, evitate d'esporvi almeno nelle stagioni pericolose. Io so bene che tutto ciò che voi avete fatto fin'ora mostra abbastanza che non avete bisogno di tutori, ed io non pretendo un simile impiego: ma questo dubbio mi tormentava, e se non ve l'avessi comunicato, più m'avrebbe tormentato il rimorso. Auguro felice alla gentilissima nipote il suo materno tirocinio, ed al di lei sposo la graduazione della prossima paternità. Raccomandatemi ad entrambi ed inspirate loro una porzione dell'amor vostro verso di me: siccome sono essi a me già carissimi perché cari al mio gemello, che teneramente abbraccio e di cui sarò eternamente il fedelissimo.
     
     
     
      1729
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 5 Dicembre 1768.
     
      Quando voi scrivevate in Roma la vostra lettera del 19 dello scorso novembre il nostro povero cardinal Piccolomini avea già cessato di vivere in Rimini: e perché la sua vita fosse veramente milizia sin all'ultimo istante, ha dovuto combattere coi medici, che prendendo per indigestione un antico letalissimo mal di petto hanno con un efficace vomitivo accorciato a trentasei ore il periodo dei suoi giorni, che non poteva veramente esser lungo perché all'apertura del cadavere si son trovati e guasti e rosi i polmoni: ma forse avrebbe ancor durato alcun tempo.