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      Ed eccovi spiegato quel misterioso catarro che cagionò ultimamente in Roma il suo lungo ritiro. Io ne sono veramente afflittissimo non solo per l'amicizia da lui costantemente dimostratami per il corso ormai di quarant'anni e per la giusta stima che meritavano i suoi distinti talenti, ma per la somma desolazione nella quale io veggo qui il signor conte Piccolomini di lui fratello, che l'amava e n'era amato all'eccesso: ed io, per la quotidiana consuetudine che ho seco, debbo esser testimonio di tutti i sintomi del suo profondo dolore, senza esser abile a consolarlo. Povera umanità! avea ben ragione Giovenale quando diceva:
     
      Haec data poena diu viventibus, ut, renovataSemper clade domi, multis in luctibus, inque
      Perpetuo moerore et nigra veste senescant.
     
      Non vi affaccendate molto per trovarmi il portatore degli Oratorii di Lorenzini: né la merce né la mia curiosità meritano questa cura. Quando il spedirli abbia a costarvi incomodo, il piacere ch'io ne ritrarrei non giungerebbe a ricompensarlo. Se vi si offre l'opportunità valetevene, o nel caso contrario siate ben sicuro della mia rassegnazione. Al conte Medini ed all'amico Nivildo dite tenerezze a mio nome, comunicate i miei abbracci alla compagna e credetemi.
     
     
     
      1730
     
      A DOMENICO DIODATI - NAPOLI
     
      Vienna 8 Dicembre 1768.
     
      Non è ancora pervenuta alle mie mani la lettera di V. S. illustrissima della quale è portatore il signor Filiasi; ma ho ben ricevuta per la posta l'altra da lei scritta il dì 15 dello scorso novembre, ed è difficile ch'io le descriva i contrari fra loro ma tutti ragionevoli effetti che mi ha cagionati nell'animo.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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