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      Pure nel nostro caso non ho creduto che l'affare fosse da confidarsi ad altri che difficilmente si sarebbe investito della mia premura: onde risolsi di violar per questa volta le leggi del mio filosofico sistema, e mi feci trasportare immediatamente all'alloggio del signor principe Gallixin. La novità di vedersi comparire innanzi un uomo che, quantunque a lui notissimo, mai non avea messo il piede nella sua casa, prevenne già subito il ministro dell'importanza del motivo. Gli esposi il disegno, gli presentai il volume, l'informai del merito dell'opera e dell'autore, e procurai di fargli gustare quanta gloria ridonda alla sua sovrana dagli omaggi letterari che a lei vengono offerti da così remote contrade. In somma, dopo non breve colloquio del quale ella ed i suoi ben colti talenti furono quasi sempre il soggetto, partii persuaso di averlo lasciato dispostissimo a far tutto di buona grazia: tanto ch'io non dispero ch'ella possa a suo tempo conseguir qualche segno di gradimento da quella munifica principessa.
      Non ho tempo per dilungarmi. Assicuri, la prego, il signor don Andrea Serao ed il signor don Domenico Mirra ch'io non ignoro i miei debiti, ch'io li amo, li riverisco e li onoro quanto essi meritano, e che rendo il dovuto contraccambio all'affettuosa loro memoria. Continui ella ad amarmi e mi creda invariabilmente.
     
     
     
      1735
     
      A VINCENZO CAMILLO ALBERTI - BOLOGNA
     
      Vienna 15 Dicembre 1768.
     
      Benché a me non fossero note le amorose vivacità di cotesta canora pastorella, lo stile delle lettere delle quali, affatto a me incognita, mi ha francamente onorato, me ne aveva già abbozzato quel carattere che V. S. illustrissima si è poi compiaciuta di colorire.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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