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      Addio, caro signor Rovatti. Abbracci in vece mia il nostro signor abate Brandoli, si conservi gelosamente a se stesso, alle Muse ed agli amici, e mi creda sempre.
     
     
     
      1757
     
      A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
     
      Vienna 20 Febbraio 1769.
     
      Mentre io stava lunedì scorso nella mia camera scrivendovi una consolatoria sulla brevità del vostro carnevale, qui e la Corte e la città era già ripiena della notizia della funesta ma non inaspettata perdita del nostro buon Servo de' Servi. Ed ignaro di tale evento chiusi tranquillamente le mie lettere e le mandai, come soglio, alla posta prima del mezzo dì, per un mio antico ed a me commodo costume. Credo che voi avrete arzigogolato molto su questa mia inverosimile ignoranza: ma vedete come facilmente possono talvolta schiarirsi i fenomeni che paiono inesplicabili. Questa mancanza, nelle circostanze nelle quali si trova la gerarchia ecclesiastica, so che da moltissimi è riguardata come messaggiera di pace: ma gl'ipocondriaci come son io, invece di lusingarsene tremano assai più di quello che non facevano per l'innanzi. Noi, che non possiamo considerarci se non come poveri enti passivi in queste universali agitazioni, non abbiamo altro partito da prendere che quello di abbandonarci alla Providenza, aspettarne con rassegnazione i decreti e resistere intanto alla naturale inclinazione di andar facendo prognostici, giacché passò da lungo tempo la stagion de' profeti, e il mestier degli astrologi è troppo pericoloso e fallace. Né quello di far da giudice è più sicuro.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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