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      Vi rendo grazie delle nuove del conclave e desidero che possiate darmene quali l'esige il bisogno del nostro violento e tumultuoso stato presente, a cui sarebbe tanto necessario un poco di calma. Addio. Che fa il nostro conte Medina? Non aspirerebbe mai al pontificato? Abbracciatelo se v'incontrate in lui ed augurateglielo a nome mio. E con le solite fraterne e domestiche commissioni mi confermo.
     
     
     
      1761
     
      A GIUSEPPE PEZZANA - PAMA
     
      Vienna 2 Marzo 1769.
     
      * L'inevitabile distintissimo onore che mi deriva dalla generosa parzialità dell'inclita Colonia Parmense, che non mi sdegna, anzi mi chiama compagno ed illustra la memoria del celebre abate Frugoni, è l'esatta misura del vivo rincrescimento ch'io provo nel trovarmi privo dell'arbitrio d'approfittarmene. Fin da' primi momenti ch'io fui fortunatamente destinato a' servigi di questa cesarea Corte, m'avvidi della mia fisica inabilità a poter supplire insieme ed ai miei nuovi indispensabili doveri ed alla continua gara di cooperare alle poetiche numerose raccolte delle quali stranamente ridondava la nostra Italia; e fui costretto a valermi con tutti di così ragionevole motivo, per iscaricarmi almeno della seconda. A questa necessaria legge, da me nel lungo corso di ben trentanove anni rigidamente osservata, io non posso ormai sottrarmi senza meritar la giusta indignazione di moltissime ed a me care e da me venerate persone, a' desideri delle quali non ho potuto prestarmi, benché avessero non poche delle medesime antichi e legittimi diritti sulla mia condiscendenza.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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