Il mio demonio drammatico, nel ruminar questo improvviso disegno, già mi suggerirebbe le fila per formarne la tela d'una favola teatrale. Mi dice che nel mio cimento fra masnadieri potrei figurare d'essere stato soccorso da persona incognita e valorosa, accorsa improvvisamente fra le tenebre della notte in mia difesa, e che questa dopo avermi veduto in sicuro si fosse da me dileguata senza scoprirsi; che il mio vecchio ospite avesse presso di sé una figlia giovanetta, bella quanto le Grazie, e che, mercé la paterna educazione, trasparisse in lei, fra l'umiltà delle vesti e degli esercizi suoi, tutta la gentilezza della sua nobile origine; che il modesto, grazioso e cortese contegno di questa, aggiunto al pregio d'avere un padre così degno, m'inspirasse tanto amore insieme e tanto rispetto ch'io mi risolvessi a procurarne un legittimo acquisto; che prima di farne la dovuta dimanda io volessi scoprir l'animo della donzella palesandole il mio: ch'ella alle mie dichiarazioni rimanesse muta per lungo tempo, e che finalmente con gli occhi pregni di lagrime mi rispondesse ch'ella conosceva i meriti miei, e che l'onore che a lei faceva la mia scelta esigeva almeno in corrispondenza una sincera confessione; e che soggiungesse poi (sempre piangendo) essere il suo cuore preoccupato dalle amabili qualità d'un giovane soldato, d'anima, di sembiante e di costumi adorabile, e che il suo genitore pensando forse ad altro stabilimento per lei, ed incerto della condizione del suddetto, l'avea negata a lui, ed imposto ad essa di mai più accoglierlo o parlargli.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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