1786
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 29 Maggio 1769.
In conseguenza del divoto triduo che nella vostra del 13 del corrente mi avvertiste esser stato così tenuto dai purpurei padri per implorar l'assistenza del Paracleto, giunse qui giovedì scorso verso le ore 5 del dopo pranzo il corriere di cotesto signor ambasciatore cesareo con l'inaspettata notizia dell'elezione del cardinal Ganganelli in sommo Pontefice (quod Deus bene vertat) e che si era imposto il nome di Clemente XIV. Le ultime antecedenti lettere non ci facevano sperar così sollecito questo aspettato avvenimento. Chi sa che non abbiamo a goderne, con egual sorpresa, quelle desiderabili conseguenze che così poco paiono sperabili a vista delle torbide circostanze fra le quali è chiamato alla cura del confuso gregge cristiano il povero novello Pastore? Io intanto (senza saper su quale fondamento) vado pascendo l'imaginazione con l'idea d'un avvenir più sereno. Voglia il Cielo che ne sia un augurio fedele questa medesima mia così poco ben fondata lusinga. Avete ottimamente fatto a limitare a tenore del mio consiglio la prolissità incomoda a voi delle vostre lettere, quando il bisogno non la esige. Io senza suggerimento sono sempre laconico con esso voi. E per non uscir dal costume vi abbraccio anche oggi sollecitamente con la compagna e mi dico al solito.
1787
A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
Vienna 29 Maggio 1769.
Tu quoque Brute fili mi! Anche il mio signor don Saverio fra' congiurati! anzi fra gli antesignani della troppo amorosa congiura che costì si è formata per opprimermi di confusione.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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