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      E donde vuol mai V. S. illustrissima ch'io prenda il coraggio per sostenere l'idea di vedermi collocato al fianco del padre delle Muse? E la signora principessa di Belmonte, che ha obbligo, non che diritto, di conoscere perfettamente il carattere del decano de' suoi servitori, come, in vece di opporsi, ha prestato la mano adiutrice ad un cosė strano attentato ed ha potuto conspirare a mortificarmi? La somma diffidenza di me medesimo, che giunge in me sino al vizio e che per tutto il corso della mia vita č stata sempre il pių tormentoso ostacolo de' miei progressi, non era a lei ignota, e doveva ben figurarsi che l'esecuzione d'un pensiero tanto eccessivamente parziale mi risveglierebbe nell'animo tutte le patetiche considerazioni della debolezza, e tutta la sproporzione d'un onore da me involontariamente usurpato. Non creda per altro che il mio giusto rossore mi tolga minima parte di conoscenza rispetto al grato e tenero contraccambio di cui son debitore all'amicizia grande, fino ad allucinarsi a tal segno. Esige questa da me la pių viva corrispondenza, e sarebbe la pių lusinghiera di tutte le mie reminiscenze s'io potessi separar l'idea dell'effetto da quella d'una sė cara ed obbligante cagione.
      Diverrebbe per me opera troppo laboriosa il riandare tutti i passi della dotta sua traduzione che mi hanno particolarmente scosso. La materia crescerebbe eccessivamente sotto la penna; ed io non son pių uomo da lunghe lettere, ed il rimorso dei luoghi negletti mi sarebbe pių grave che la fatica degli esaltati.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Muse Belmonte