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      Addio. Vi abbraccio di nuovo con la sirocchia.
     
     
     
      1790
     
      A FRANCESCO SINIBALDI - ROMA
     
      Vienna 15 Giugno 1769.
     
      Nel drammatico componimento della Reggia di Nettuno e nelle due lettere di cui è piaciuto a V. S. illustrissima di onorarmi ho io pienamente scoperte, gentilissimo signor abate, tutte le stimabili insieme ed amabili qualità del suo cuore e della sua mente. Ho conosciuto nella chiara e nobile egualmente fluidità del suo stile la parzialità con la quale è stato dalla vostra natura favorito il suo ingegno e dall'affettuosa e viva espressione de' suoi per me favorevoli sentimenti son così rimasto persuaso del sincero amor suo, che rendendogliene il dovuto inevitabile contraccambio, io amo i suoi talenti, il suo carattere, la sua cetra, ed ogni persona a cui
     
      Reca diletto, e vie maggior lo provaQuanto l'ascolta più.
     
      Volesse il Cielo, mio caro signor abate, che la mia sufficienza stesse in equilibrio col desiderio ch'io sento di convincerla di questa verità; ma per mia disavventura l'esecuzione del primo suo discretissimo comando incontra un ostacolo ben malagevole a superarsi. Le strepitose continue vicende di questa Corte han fornite da qualche anno in qua tante occasioni a' poeti di cantare or nozze, or coronazioni, or funerali, ed ultimamente il viaggio del nostro Cesare, che da Napoli, da Roma, da tutta la Toscana, da Bologna, da Mantova e da ogni cantone d'Italia si è trovata inondata questa reggia da torrenti di componimenti poetici, e (seguendo la condizione delle cose umane) molto più cattivi che buoni.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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