Pagina (416/1264)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quanto ai comodi, trascorra ella tutte le antiche memorie, e troverà che i poeti hanno sempre avuta la povertà per indivisibile compagna, e quei pochissimi che si eccettuano come portenti sono reputati fortunatissimi, perché son giunti per miracolo ad evitar la miseria. - Ma (dirà ella) il vostro stato contrasta con le vostre massime. - No, caro signor Sinibaldi; è vero che la mia fortuna mi ha consegnato a così grandi e così benefici sovrani, ch'io sarei il più ingrato di tutti gli uomini se non confessassi che la lor munificenza ha superato e tuttavia supera di gran lunga il merito mio, e che sotto i fausti auspicii de' medesimi io non risento e non ho mai risentito il minimo effetto de' maligni influssi del mio mestiere; ma è vero altresì che sarebbe somma imprudenza il regolar sul fondamento d'un rarissimo esempio una scelta da cui dipende il destino di tutta la vita: ed un esempio nel quale ancora (se si vuol esaminar minutamente) si trovan le prove dello svantaggio che ha quello della poesia a fronte di qualunque altro mestiere: essendo certissimo che se io calzolaio o fornaio avessi goduto quel costante ed eccessivo favore della Fortuna, che ne ho goduto poeta, nuoterei ora fra quelle ricchezze che non desidero, ma non possiedo. Rispetto finalmente alla tranquillità, come può sperar mai di trovarne un infelice poeta drammatico obbligato a servir sempre agl'irragionevoli ed impertinenti capricci dell'eteroclita specie canora, per lo più ignorante, scostumata e superba e (per cagioni quanto meno oneste, tanto più efficaci) violentemente sostenuta?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Sinibaldi Fortuna