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      Addio. Vi abbraccio col solito peso e sono.
     
     
     
      1796
     
      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 3 Luglio 1769.
     
      Benché dalle lettere che ha ricevute il signor conte di Canale, e che di costà recentemente ha scritte cotesto imperial ministro, io fossi pienamente informato della giustizia che si rende in Torino alle adorabili qualità del nostro Cesare, mi ha sommamente consolato ed obbligato insieme la confermazione che ha voluto darmene il mio caro signor Filipponi con la cortese sua del 17 dello scorso giugno. La ripetizione delle lodi del mio augustissimo sovrano ha sempre per me tutte le grazie della novità, né può essermi indifferente la cura con la quale mi convince un amico della sua affettuosa reminiscenza. Ve ne rendo dunque a doppio titolo le dovute sincerissime grazie, e credo di potervi assicurare in contraccambio che il vivo e magnifico ritratto, che la penna cesarea ha fatto per l'imperatrice regina così di cotesto ammirato modello de' perfetti regnanti come di tutta la real sua famiglia, non onora meno la perspicace giustizia del pittore che il merito sublime de' grandi originali.
      Oh! che Dio vel perdoni, voi mi augurate la necessità di rampicarmi di bel nuovo sul Parnaso. Dopo tanti viaggi, tanti inciampi e tante cadute, non vi par tempo ancora che il mio povero annoso Pegaseo mangi la sua biada in riposo? In vece di far nuovi passi (come voi dite) verso l'immortalità, si perdono i vantaggi del cammino già fatto quando si ardisce di trascendere i termini che la natura ha prescritti alla misera umanità. Io conosco pur troppo cotesta dolorosa verità, e vorrei approfittarmi della mia conoscenza; ma come resistere ad una benigna costantissima clemenza, che travede l'insufficienza mia per non cessar di beneficarmi?


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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