Addio, mio caro signor Filipponi. Tutti i salutati vi risalutano: raccomandatemi alla memoria dell'amabile sacerdotessa ed alle preghiere de' serafici vostri rampolli, e continuate ad amarmi ed a credermi.
1797
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 10 Luglio 1769.
Dalla vostra del 24 dello scorso giugno veggo con molta mortificazione che la mia sfortunata eloquenza, invece d'implorare al povero signor Diodati un poco di indulgenza dal vostro straordinario zelo per la verità, gli ha tirato addosso una dichiarazione d'eretico formale. Onde temendo, se più ve ne parlo, di farvi pronunciar contro di lui la tragica sentenza alla quale soggiacque lo sciagurato Michele Serveto, verburn non amplius addam. Vi dirò solo istoricamente che il titolo del noto libro quando l'autore lo sottopose alla censura dell'ecclesiastico revisore era De Christo hellenista: titolo che parve al revisore suddetto non abbastanza rispettoso: ed in fatti lo parve anche a me quando lo lessi nella lettera a me scritta dall'autore. Dopo diversi contrasti il censore ecclesiastico non volle dare il suo imprimatur, se almeno nel frontespizio del libro non si cambiava il titolo De Christo hellenista in quello De Christo graece loquente. Onde quest'ultimo titolo (al contrario di quello che voi credete) è del revisore, e quello De Christo hellenista è del signor Diodati che, disperato che si fosse tolta una (secondo lui) delle maggiori bellezze al suo libro, ha replicato in ogni pagina del medesimo l'aggiunto di hellenista per assicurarsi che non possa sfuggire ai lettori.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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