Addio. I soliti comuni abbracci e sono.
1802
A FRANCESCO GRISI - ALA
Vienna 27 Agosto 1769.
La costante amorosa parzialità del mio caro amico signor Grisi merita ed esige da me tutta la più grata ed affettuosa corrispondenza: e benché io non possa ormai senza ingratitudine dubitarne, mi piacciono sempre e mi consolano le confermazioni ch'egli me ne va di tempo in tempo somministrando. Il nostro augustissimo Cesare ha messo in un incredibile tumulto con la sua apparizione tutti gli affetti della mia patria. Non si è parlato dopo questo fenomeno; e tuttavia non si parla in nome della pietà, della clemenza, della benignità e de' rarissimi pregi e dell'aspetto e della mente e del cuore di Giuseppe secondo. Invidio veramente chi ha potuto essere spettatore d'un evento così poco sperato. Addio, carissimo signor Grisi: conservatevi e per voi e per me, che vi considero fra i miei più stimabili acquisti, e che sarò invariabilmente.
1803
ALL'ABATE SIMONCELLI - VENEZIA
Vienna 9 Settembre 1769.
Quando, impaziente di riabbracciare l'amabilissimo mio signor maestro di camera, ne credeva imminente il momento, un suo non men crudele che ufficioso foglio me ne toglie quasi la speranza per sempre, e non mi lascia neppure la consolazione d'essere informato verso qual parte della bussola io debba indirizzare i miei voti per seguitarlo. Ma o vada egli a tentare il sospirato passaggio fra i ghiacci del nostro polo o alla scoperta delle terre australi, si ricordi almeno sempre di me, e sia certo ch'io avrò ognora presenti i molti suoi meriti e l'obbligante sua parzialità, che mi ha reso debitore della giusta stima e dell'affettuosa riconoscenza con la quale non cesserò mai d'essere.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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