Ho lette con piacere le due canzonette. Trovo in esse facilità e leggiadria, ed argomentando da questi saggi si può far buon prognostico della miniera quando sia ben trattata. Non ho tempo di dilungarmi, onde frettolosamente mi confermo.
1808
A MATTIA DAMIANI - VOLTERRA
Vienna 25 Settembre 1769.
È verissimo che nelle reali nozze parmigiane io, mercé la clemenza augustissima, ho goduto quel riposo che ormai la lunga servitù, l'età e la stanchezza mia esigerebbero stabile e sicuro: ma l'adorabile mia sovrana pare che non mi creda soggetto alle ingiurie degli anni, e misura le mie forze dal mio zelo, che le trascende di troppo.
Mi congratulo seco dell'incarico poetico al quale si trova sotto; questo l'obbliga a passar molte ore in compagnia delle Muse, che sono sempre state la sua fiamma, e dalle quali è stato sempre così ben corrisposto; onde in così grato commercio passando ore felici accrescerà nel tempo medesimo nuovi fregi al suo nome. Non si stanchi V. S. illustrissima di amarmi, sicura del più sincero e costante contraccambio di cui le sarò sempre mallevadore, dell'alto pregio in cui giustamente tengo il suo merito, e dell'affettuoso rispetto con cui sarò invariabilmente.
1809
A GIUSEPPE AURELIO MORANO - NAPOLI
Vienna 2 Ottobre 1769.
Quanto giustamente mi obbliga la gratuita, affettuosa parzialità di V. S. illustrissima, tanto mi mortificano le circostanze che mi tolgono il piacere di renderlene almeno colla mia attenzione il meritato contraccambio. Oppresso dall'esercizio del mio dovere, che l'età e la stanchezza rendono ormai maggiore delle mie forze, appena ho il breve ozio che bisogna per non lasciar più lungo tempo senza risposta un suo obbligantissimo foglio, che colla sua vecchia data mi rimprovera il vecchio mio debito.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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