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      Anzi conto fra' segnalati suoi benefici fin quell'estro ellenista che gl'inspirò, nel consagrarmi alle lettere, di vestire alla greca il mio nome. Ma sedotto dal piacere di ragionare con esso voi, io abuso della vostra pazienza e della povera mia testa, che non regge a così prolisse cicalate. Soffritemi ancora un momento, tanto che io possa rendervi le debite infinite grazie d'avermi sottratto alla mortificazione di sentir pubblicate con le stampe coteste mie lettere familiari; compiacenza che mi procura tranquillità, senza lasciarmi il minimo scrupolo di aver defraudato il mio prossimo d'alcun vantaggio.
      Conservatevi gelosamente, veneratissimo signor Martorelli, alla gloria della nostra Italia, e credetemi veramente.
     
      * P. S. L'imitare i grandi uomini è stata sempre cosa lodevole. Io non sentendomi abile a farlo in altro, v'invito almeno con questa addizione alla mia lettera.
      Sono sensibilissimo all'amichevole vostro generoso pensiero di provvedermi de' vostri dottissimi volumi, ma non son meno imbarazzato di voi nel rintracciar le vie di farli trasportare. Gl'involti di qualche mole mancando ogni specie di commercio mercantile fra Napoli e Vienna, sono difficilissimi a trasmettersi con sicurezza. I corrieri non possono, i viandanti non vogliono incaricarsene e gli "spedizionieri" gli mandano non già in dirittura, ma di piazza in piazza con enorme danno di tempo e di danaio. L'unica ottima occasione è il ritorno d'alcun nostro ministro da cotesta a questa Corte, ch'abbia la compiacenza d'accrescerne il suo bagaglio.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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