1824
A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
Vienna 18 Dicembre 1769.
Dovrei corrispondere con una lunga lettera alla gentilissima di V. S. illustrissima del 27 dello scorso novembre, nella quale la sua parziale affettuosa amicizia, animando la sua naturale eloquenza, giungerebbe quasi a persuadermi che il peso degli anni fosse un desiderabile soccorso per salire in Parnaso. Ma per evitare le asiatiche prolissità, le dirò con la più sincera brevità che la violenta fissazione che bisogna per l'invenzione e la tessitura d'un componimento drammatico, dopo aver trattate quasi tutte le modificazioni del cuore umano, è per me al presente una durissima provincia, e dee esserla per necessità poiché, scrivendo, io accresco ogni giorno a me stesso il pericolo d'incontrarmi con me medesimo, e la noiosa continua cura d'evitar questo inconveniente tronca ed intiepidisce i voli ed il calore della fantasia. Aggiunga ch'io per natura anche negli anni più vigorosi sono sempre stato scarso, sino al vizio, di quella dose di fiducia di se medesimo che bisogna per le difficili imprese, e che cotesta specie d'utile temerità non si acquista con gli anni. Questa volta per altro la mia buona fortuna, se non mi ha liberato dalla fatica, mi ha tolto almeno il rincrescimento di pubblicar le mie debolezze, poiché quando io era già vicinissimo al termine dell'imposto lavoro, ho saputo che la Corte non darà spettacolo teatrale per le prossime nozze; onde io con sommo contento ho abbandonato l'opera, rimettendo alle calende greche la cura di darle l'ultima mano.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Dicembre Parnaso Corte
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