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      1837
     
      A GIOVANNI VINCENZO GIORGI - ROMA
     
      Vienna 1 Febbraio 1770.
     
      L'obbligantissima lettera recatami nella settimana scorsa insieme coi due leggiadri componimenti drammatici dal cortesissimo padre Praitenau non hanno avuto il peso d'informarmi della gentilezza, del valore e della gratuita parzialità a mio riguardo del degnissimo padre Giovanni Vincenzo Giorgi: l'avea già da gran tempo e replicatamente fatto l'avvocato mio fratello, e se costasse meno all'annosa mia macchina il mestiere dello scrivere, non mi sarei certamente esposto al rossore di trovarmi da tanta urbanità inaspettatamente prevenuto. Indulgente quale io lo spero al mio involontariamente trascurato ufficio, gradisca ora almeno i sinceri miei rendimenti di grazie e le giuste mie congratulazioni del molto cammino ch'egli ha già sormontato verso le cime del Parnaso e per la via più erta e più scabra fra tutte quelle che vi conducono, cioè per la drammatica, nella quale il povero scrittore, obbligato a dimenticar se stesso, convien che assuma il cuore, il carattere ed i costumi altrui, e che diviene infinitamente più malagevole quando altri se ne vale per esaltar le glorie de' nostri simili: materia ingratissima alla malignità della corrotta natura, da cui son più sicure di esigere applausi la satire men che mediocri, che tolleranza i panegirici più eccellenti. Poiché il degnissimo padre Giorgi ha vigore corrispondente a tanta difficoltà, come promette la vivacità artificiosa di alcune sue descrizioni e la felice concinnità di più d'una delle sue ariette, continui francamente il suo viaggio, accompagnato da' miei voti, dal mio affetto, dalla mia gratitudine, e dal rispetto con cui sono.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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