1838
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 5 Febbraio 1770.
Per rispondere alla vostra del 20 dello scorso gennaro non ho altri materiali che notificarvi d'averla ricevuta, e pregarvi (quando possiate senza vostro incomodo vederlo) di dire al mio degnissimo monsignore di Gallipoli ch'io non credo necessario spiegargli a qual segno abbia io esultato nella sua esaltazione; egli, che alloggia da gran tempo nel mio cuore, ne conosce le disposizioni, e sa quai moti debbano esser prodotti da quelle. Ditegli ch'io ho qui continue occasioni di contento nel sentire universalmente applaudita la sua elezione da quanti hanno avuta la sorte di conoscerlo; e che in questo felice evento io non incontro altro d'amaro che il diminuimento che ne soffrono le mie speranze di rivederlo. Addio. Vi abbraccio in solidum con l'appendice, e sono.
1839
A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
Vienna 5 Febbraio 1770.
Ho ricevuta, replicatamente letta, e sempre con nuovo piacere ammirata la sua nuova cantata, di cui mi ha gentilmente fatto parte, e convengo pienamente col parere di cotesto degnissimo signor marchese Tanucci, che giudica quasi impossibile che riesca in avvenire a chicchessia il far servire così felicemente ad una imposta operazione poetica simboli tanto oscuri e sconnessi quanto son quelli dell'inesplicabile antica pittura che ha saputo V. S. illustrissima costringere ad esser base del suo ingegnoso componimento. Non parlo dello stile nobile e chiaro, della scelta de' pensieri, delle arie armoniose e concinne, dell'omerica imitazione e delle ridenti e festive immagini delle quali abbonda: le dirò solo ch'io non intendo come fra le assidue cure paterne, fra le laboriose agitazioni del Foro, e fra le indefesse sue critiche ricerche possa avanzarle ancor forza per sollevarsi quando le piace fin sulle cime del Parnaso.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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