Le persone che mi scrivono sono a me per lo più del tutto ignote, e non è frequente che il contenuto delle loro lettere scuopra sufficientemente se sian esse degne o no di riguardo. Che fare in tal caso? "Informarsene"? Dunque per tale operazione dovrei provvedermi d'una cancelleria appresso di me, e di commissari per tutta la terra; né ciò basterebbe, poiché intanto che le poste corressero, che si facessero le ricerche, e ch'io giungessi ad essere rischiarato, sarebbe per avventura lungamente trascurato alcuno, degnissimo del mio rispetto; onde io, per timore di profanare i miei preziosi favori, passerei frattanto per un Tartaro o un troglodita. Nessuno è in debito di onorarmi, ma lo son ben io (e senza riserva) di mostrarmi riconoscente a chi gratuitamente mi onora. Potrà servirmi di regola la notizia che si compiace darmi dell'umile condizione d'alcuno de' miei corrispondenti, quando si tratti con esso loro d'altra materia che letteraria: ma intanto ella sa che nelle Corti d'Apollo e di Minerva le pruove di nobiltà non sono le maltesi o le teutoniche, e che perciò in quelle non contrastano il passo al figlio d'un vasaio mantovano i Fabj, i Lentuli ed i Torquati, e vi occupa i primi gradi quel Demostene
Quem Pater ardentis massae fuligine lippusA carbone et forcipibus, gladiosque parante
Incude, ac luteo Vulcano ad Rhetora misit.
Se poi sono essi trascorsi sino ad una puerile impostura, ipsi videant, in apertum proferet aetas: ed io invece di sdegnarmene ho moltissima compassione del rossore che loro sovrasta.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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