Se non l'ho fatto, compite ora, vi prego, per me questo dovuto ufficio: e se l'ho fatto replicatelo, sicuro che qualunque ripetizione non eguaglierà mai il mio desiderio. Il senatore Adami, fiorentino, del quale ho veduto eccellenti sonetti, degni d'essere annoverati fra quei pochi che più onorano la lira italiana, pubblicò pochi anni sono una traduzione in verso libero dell'opera medesima di Pope. Ma, oh Dio! di quanto spazio l'ha lasciato indietro il nostro signor conte di Lauriano!
Sono al presente utilmente e piacevolmente occupato fra i libri del dottissimo signor avvocato Bruni, e gliene renderò conto fra poco. Riveritelo intanto divotamente a mio nome. Fate lo stesso con la venerabile sacerdotessa, con gli amabili sposi e coi serafici rampolli, né mai cessate di credermi.
1841
A GIUSEPPE ANTONIO BRUNO - TORINO
Vienna 12 Febbraio 1770.
L'obbligante umanissima lettera di V. S. illustrissima, che accompagna il prezioso dono de' dottissimi libri suoi, è data di Torino il dì 2 del passato ottobre, ma non è pervenuta alle mie mani che verso la metà dello scorso gennaio; onde, per giustificare appresso di lei la tardanza della mia risposta, non ho bisogno d'altro, dopo questa cronologica apologia. Potrà facilmente ella immaginare il vantaggio ch'io dovrei aver saputo ritrarre dalla attenta lettura di due opere così perfette, ma non già quella specie di sensibile piacere che mi ha procurato conducendomi agiatamente per mano a rivedere un paese dove ho passati i dì più ridenti della mia adolescenza, e dove, per disposizione dell'immortal mio maestro, avrei edificato lo stabile mio domicilio se un concorso d'accidenti, ministri della Provvidenza, non mi avesse violentemente trasportato e trattenuto in Parnaso.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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